La poesia che scende in strada

<3

“Scosta il microfono:/che si senta/soltanto l’eco”. “Non passa mai nessuno di qui/intuisco una bicicletta, dietro le spalle/una droga infinita sotto la neve”. “Si è fatto tardi:/è ora che torni sulla mia strada”. Camminando per Firenze può capitare di vederle sui muri, sugli sportellini di metallo dei contatori, poesie “emancipate” e liberate dalle corsie delle righe di un libro, che catturano la coda dell’occhio nel carattere saltellante su un angolo scrostato di intonaco.

Sono i versi del MeP-Movimento per l’emancipazione della poesia fondato a Firenze nel marzo 2010 e che “persegue lo scopo di infondere nuovamente nelle persone l’interesse e il rispetto per la poesia intesa nelle sue differenti forme” come si legge nel sito di riferimento. Senza firma dell’autore, in anonimato, oltre che per questioni legali (però è bello leggerle sotto il cartello “Vietata l’affissione”) scelta “motivata dalla volontà di mettere in primo piano la Poesia piuttosto che i suoi componitori; ciò che facciamo non è una pubblicità a noi stessi in quanto singoli scrittori di poesie”. Quindi “prima di apprezzare ‘la poesia di’ è necessario tornare a rispettare ‘la poesia punto’”. Indicata solo da un numero seriale.

Perchè “mani orientali servono/per saccheggiare i tuoi seni di creta/Dove il giorno profuma di vita,/io mi scopro di terra/mentre tu vesti il sole e l’ambrosia” e “Inseguo le cuciture, ma/non mi riconosco negli abiti che indosso/in alcuni tipi di tasca/forse, ma/mai nei limiti del tessuto”.

Il Movimento, attivo a Firenze, Roma, Milano e in Maremma, non si definisce “corrente artistica” e lascia ai propri autori la scelta dello stile di scrittura senza alcun vincolo stilistico o tematico. La principale forma di diffusione delle poesie è quella dell’attacchinaggio, sempre rispettando opere d’arte e monumentali, oltre al volantinaggio, alla rete, alla collaborazione con compagnie teatrali, musicisti, l’esposizione in spazi concordati. E ancora con “l’inserimento illecito di poesie nei libri in vendita nelle principali librerie e in prestito nelle biblioteche” come scrivono sempre sul sito.

A Firenze vive un’amica grazie alla quale scopro il MeP. E’ insegnante in una scuola elementare nonché fotografa, di quelle persone che si imbarazzano quando le fai i complimenti e quindi è una brava fotografa. Ha realizzato degli scatti dedicati al Movimento come “omaggio e ringraziamento a questi Poeti, poichè è avvenuto spesso che, fra mille incastri di frenetica fretta cittadina, mi sia trovata a fermarmi a leggere poesia di qualità, a sorridere, pensare, commuovermi per la durata di qualche riga”. La foto che accompagna questo pezzo è sua. E lesi si chiama M. Giulia Berardi (l’album dedicato al MeP è sul suo profilo Fb).

Ecco, il poeta americano Lawrence Ferlinghetti, passeggiando per Firenze, si fermerebbe sicuramente a leggere i versi sul muro ocra. E penserebbe al suo Populist Manifesto No. 1 nel quale scriveva “Poets, come out of your closets,/Open your windows, open your doors,/You have been holed-up too long/in your closed worlds”. E ancora: “Poets, descend/to the street of the world once more/And open your minds & eyes/with the old visual delight”. Poeti, scendete in strada.

Commenti

  1. V.

    febbraio 17, 2013 at 21:14

    Vivo a Firenze da 7 mesi. Durante la mia prima passeggiata ho notato le poesie appese al muro della facoltà di lettere… Mi fa piacere che quest’articolo divulghi un’iniziativa tanto bella e sorprendente e poi niente fa più primavera di una poesia.

    • Alessandro Ricci

      febbraio 17, 2013 at 23:10

      “Sono nata il 21 a primavera” scriveva Alda Merini in versi possenti. Grazie per il commento sentito e buone giornate poetiche!

  2. giulia berardi

    febbraio 18, 2013 at 0:08

    Io trovo meraviglioso che: i poeti del Mep esistano e attacchino le loro poesie sui muri. Trovo magico che io ne sia rapita e fotografi gli scarti delle loro poesie, ovvero quello che rimane dopo la pioggia…dopo il passaggio di mani che strappano…dopo il tempo che passa …e trovo davvero bello che un amico che abita lontano….ma nessun luogo è davvero lontano….:) dicevo, che il mio amico , poeta , giornalista e compagno di scorribande artistiche, scriva un pezzo sul MeP. Sono questi gli intrecci….i corto circuiti che ci rendono vivi e ci fanno vicini anche se stiamo lontani chilometri … i passaggi di palla, coscienti di essere dentro ad un gioco serio:) di fii colorati che si intrecciano. Grazie Alessandro!
    giulia berardi

    • Alessandro Ricci

      febbraio 19, 2013 at 15:55

      Ciao Giulia! Senza le tue foto però questo articolo non esisterebbe, grazie per avermi fatto scoprire il Mep! E grazie per aver aggiunto un nuovo pezzo di strada insieme alla nostra amicizia artistica, partita fra bici e fotografia e felicemente scampanellante!

Rispondi a giulia berardi

Informativa Policy