Grazie alla Vita

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La vita non è mai scontata né banale. Non è un dovere ma  amore. È un diritto che va bene-detto e portato con delicatezza sul palmo di mano. Il dovere è invece rispettare la vita, ringraziando ogni giorno di poterne approfittare e di interagire con tutto ciò che come noi è vivente.

La vita quindi non va abusata, né classificata per ordine di importanza. Non esistono creature superiori e inferiori, né esseri umani e animali. Esiste la vita, che si manifesta in una moltitudine di forme complesse, relative al medesimo, originario pensiero. Tutto è Anima, quindi tutto ciò che si muove e respira è anima-le.

In effetti ‘animale’ ricorda l’origine sensibile di ogni creatura abbia bisogno di cercare fuori da sé per far esperienza e realizzarsi. Ciascuna deve infatti cercare nutrimento, trovare territori, confrontarsi per avere compagnia, incontrare per  amare e procreare. In una dimensione materiale, la vita si conserva se si esce da sé per incontrare l’altro e ciò è indispensabile, ma la dimensione materiale si ispira ad un principio comune e sottile che in sanscrito è ‘atman’ ossia soffio vitale, ‘anemos’ in greco antico, che significa vento, soffio e da cui deriva il nostro progenitore latino ‘animal’.

Come si fa quindi a profanare il diritto alla vita, infierendo su di essa? Come si può pensare che alcune forme di vita meritino rispetto ed altre meno o addirittura no?

C’è un solo modo per onorare la vita. Amarla in sé e nell’altro, soprattutto quando è diverso da noi e quindi ci invita a esplorare, a fare esperienza, a ri-conoscere quella origine animica che si manifesta attraverso il respiro,  essenza comune, e che annulla a livello profondo qualsiasi  differenza.

Le differenze pertanto sono un fatto di apparenza, uno stratagemma per farci esplorare qualsiasi aspetto di noi all’esterno quando non lo riconosciamo interiormente, ma non sostanza, perché la sostanza è la stessa.

Interessante pensare che basta respirare per meritare rispetto, in un momento storico in cui si stimano gli oggetti, più che le creature. Interessante ricordare che mille volte al giorno banalizziamo il concetto vita dandolo per scontato e sprecando il nostro tempo. Interessante considerare che l’altro è sempre me, che sia essere umano, animale o pianta, perché l’azione comune del respirare ci rende espressioni multiformi del medesimo atto creativo, specchi l’uno dell’altro, sensibili.

Facile aprire il cuore a questo argomento. Quando ci sentiamo profondamente, infatti, la parte più originaria, la più autentica di noi, si inchina al suo istinto primario, quello di conservazione,

che difende, ma non attacca,

che si nutre, ma non spreca,

 cui occorre l’essenziale, che riconosce come motivo più che sufficiente per svegliarsi ogni giorno e addormentarsi ogni notte, vivendo istante per istante l’intervallo di tempo tra la prima ispirazione l’ultima espirazione.

Cerchiamo in noi la fierezza di essere anima-li allora. Cerchiamo la qualità del vivere offrendo qualità e inchinandoci alla dignità di ogni creatura. Prendiamoci cura di ciò che respira al di fuori di noi, perché ci restituirà nutrimento e ci insegnerà a guardarci dentro con innocenza disarmante. L’amore non è mai banale, anzi è per sua stessa definizione ( etimologicamente a ‘senza’ mort ‘morte’) la sfida al tempo, la chiave d’accesso all’eternità.

 

 

uno speciale ringraziamento alla vita

 

 

 

 

 

Commenti

  1. Stefania Nanni

    aprile 5, 2013 at 22:44

    a proposito di fratellanza estesa, ecco un video delizioso che non lascia dubbi
    http://www.sciencefriday.com/segment/04/05/2013/-searching-for-the-roots-of-right-and-wrong.html

    • Zuleika Fusco

      aprile 8, 2013 at 9:44

      grazie Stefy bella! 😉

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