Il mio nome è Demetra

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Il mio nome è Demetra. Sono figlia diretta della Magna Madre che da sempre ha ispirato la vita dell’essere umano. Gli uomini guardavano la vita nei suoi cicli, comprendendo che la madre della vita poteva essere solo un femminile sacro, che generava e creava per una natura che gli è consona.

Io dispenso nutrimento, sia esso materiale che interiore. E c’è forse distinzione? È vero che non si sopravvive senza cibo. Altrettanto vero è che si muore se si è deprivati di amore. Chiunque necessita di accudimento e soprattutto una briciola di sentimento, di affetto, è l’elemento indispensabile alla sopravvivenza. Così ogni persona si ciba di affetto e , quando ne ha poco, lo rubacchia attraverso gli incontri e le esperienze pur di farne bottino e di riuscire ad esistere.

Dentro di te sono quella parte che accudisce il mondo attraverso attenzione e accortezza… ma il mio primo compito è di dare sostentamento e amore alla tua parte bambina, che può emergere nel mondo solo quando la accetto per quella che è, infondendole sicurezza proprio attraverso la mia accoglienza, dato che la prima dote di una madre è accettare la natura di suo figlio a prescindere e di amarlo incondizionatamente.

Così il tuo bimbo trova a forza di occupare spazio nel mondo, di affermare una sua identità, di fare esperienza nelle relazioni. Se la mia parte luminosa è nutrire, il mio lato oscuro è sottrarre. Conoscendo infatti i segreti dell’esistenza, così come so dare la vita, la posso togliere e me ne sento in diritto. La morte è parte del ciclo, solo una fase, di cui dispongo delle chiavi, sebbene sia al di sopra di me, ma mia alleata e sorella comunque.  E si può morire in tanti modi, non solo fisicamente…  Pertanto escludo l’ipotesi del senso di colpa. Una madre che arriva a far morire ciò che ha creato non si pente. Paradossalmente si sente nella condizione di poter scegliere.

Quando sono assente, poiché non mi concedi spazio nella quotidianità, brami in maniera istintiva di sostituirmi e di ritrovarmi in tanti o tante situazioni palliative ma non sane. Mi trovi nell’abbraccio di qualcuno cui ti consegni senza limiti, abbondi nel mangiare, rintracciandomi nel grano e nei carboidrati in eccesso dei tuoi pasti. Confondi a quel punto il senso di sazietà con un appagamento affettivo che non può essere sostituito. Ricerchi all’esterno, in altre parole, ciò che la mia assenza, ti toglie. E la mia storia racconta proprio questo. Che quando necessito di avere attenzione da parte degli uomini e degli dei, ritiro dalla terra il cereale, creando in loro un naturale e fondamentale bisogno.

Occorre che tu mi abbia a favore, perché io possa lavorare per renderti autonomo. Quando sono presente in maniera equilibrata nelle tua quotidianità, tutto segue una spontanea evoluzione. Le fasi si alternano e anche quando la vita ti sembra attraversare una fase di ghiaccio, in realtà io sto coltivando il seme, che poi rispunterà dalla terra, offrendo a te i suoi preziosi frutti. Questo in effetti è il mio lavoro. Generare e accompagnare la crescita per poi lasciare andare.

La qualità del tempo è una mia prerogativa. Tramite la sua percezione mi prendo cura del tuo vivere e ne conosco tutti i segreti. Il tempo è uno strumento di potere nella mani dell’uomo ispirato. Quando comprendi che il tempo lineare è nullo rispetto al senso della ciclicità, cambia il tuo modo di stare sulla Terra e di fare questa esperienza. Per il principio di ciclicità infatti ogni punto determinante della tua vita è un passaggio su cui transiti più di una volta, per accedere ad un livello ogni volta superiore o per rievocare l’opportunità incompresa, quando non hai sfruttato appieno o soddisfacentemente l’occasione. Perciò ti troverai ad osservare che lo stesso tipo di situazione o  di incontro ti si ripropone.

Il mio accudimento è anche aiutarti a cogliere il valore del passaggio, a sentire cosa vuol dire passare la soglia consapevolmente, e, nella vita pratica, a dare adeguata importanza alle fasi e al momento, sapendone apprezzare l’essenza, mentre solitamente corri per inseguire un tempo lineare che diventa padrone e che esiste solo nella tua mente.

Per essere madre non necessariamente occorre che tu abbia figli carnalmente o che sia donna. Tutto ciò che riguarda la tua creatività e il tuo vivere bene col prossimo, prendendoti cura di te e di lui, mi riguarda. Ogni essere umano infatti portandomi nel suo vivere giornaliero impara ad essere madre di sé e nel mondo. Se vuoi che il nostro patto di alleanza funzioni, impara ad amare te stesso partendo dalle piccole cose. Prima di tutto puoi fare un esercizio. Donati corrette abitudini alimentari, benedicendo il cibo che prepari e che mangi. Non abusarne. Se lo apprezzi veramente nel gusto e nella sostanza, ti nutrirà nella quantità giusta per te. Non fare rinunce, ma ringrazia, ringrazia, ringrazia. Bene-dire è la chiave per sentire appagamento e per non trasferire sull’altro i tuoi bisogni affettivi. Parti da te e scoprirai di essere amato

Commenti

  1. Valerio

    dicembre 24, 2013 at 18:50

    Cara Zuleika, parole che toccano il cuore. Da una decina di giorni a questa parte nei miei sogni Demetra si è fatta sentire…devo dire che non gode di buona salute. E’ apparsa monca, povera e molto poco istruita su come prendersi cura dei bambini…urge lavorare con lei per migliorare questa situazione. Grazie di cuore.

    • Zuleika Fusco

      dicembre 27, 2013 at 10:44

      carissimo Valerio, coglierei la risorsa, il fatto che lei si è fatta vedere e che quindi rivendica il suo posto d’onore nel condominio interiore. porta allora l’attenzione su di lei e chiediti come cambierebbe il tuo quotidiano se la sua presenza fosse maggiore. contattare Demetra non è solo sviluppare un accudimento su un piano materiale e affettivo (fondamentali! 🙂 ) ma anche avere un’eccellente guida per la nostra vita spirituale. proprio il suo radicamento a terra infatti ci aiuta a volare liberi nei mondi più rarefatti! un grande abbraccio e buonissimo lavoro

  2. Valerio

    dicembre 29, 2013 at 12:17

    Grazie di cuore … 🙂

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